MODA, CORRENTE, ANDAZZO,
VOGA.
Sei sicuro di sapere di che cosa si tratti?
Possono piacere, molto, poco o per nulla, possono anche infastidire se non disgustare ma fanno parte del nostro quotidiano e ci dobbiamo convivere.
A volte le tendenze vengono ridotte a banali imitazioni mal riuscite delle stravaganze riservate a facoltosi VIP che sponsorizzano questo o quel marchio: per una via o per l’altra siamo sotto attacco continuo di una comunicazione che vuole spingere piuttosto che consigliare.
A volte, invece ci si affida ciecamente ai più quotati influencer, personaggi fino a ieri anonimi e improvvisamente saliti alla ribalta dei social media grazie ad alchemiche combinazioni di like e followers.
In realtà, l’essere umano è un mammifero sociale che cerca sempre di trovare un gruppo a cui appartenere per essere riconosciuto e rafforzare la sua identità.
Una volta soddisfatti i suoi bisogni primari è la socialità a diventare il primario obiettivo dell’essere umano, retaggio dell’istinto primordiale di sopravvivenza che ancora portiamo ben impresso nel nostro DNA.
Ognuno sceglie i propri tempi, decide di seguire una determinata corrente per un certo periodo o per sempre come ci sarà sempre qualcuno che ci dice dove dobbiamo andare, che cosa dobbiamo fare, mangiare e bere, quale musica ascoltare, come dobbiamo vestirci e atteggiarci, quello che dobbiamo avere per essere qualcuno o apparire come tale.
Da dove scaturiscono queste correnti? Sono proprio gli stessi media, tutti i mass media, social inclusi a farci piovere addosso volenti o no una miriade di notizie e opinioni che ci influenzano.
Quando si parla di trend non soffermiamoci unicamente al mondo della moda e dello lifestyle poiché siamo altrettanto sensibilizzati da molti altri argomenti.
Prendiamo ad esempio l’inquinamento, un soggetto che non passa mai di moda a cui tutti prestiamo molta attenzione: si tratta in fondo della nostra salute. Tutti i brand sono da sempre molto sensibili alle problematiche ambientali e vogliono evitare ogni possibilità di essere attaccati per un comportamento eticamente scorretto nei confronti del bene comune.
Da molti anni la richiesta di prodotti PVC free per la loro comunicazione visiva e la decorazione dei punti vendita è in costante aumento. Meno PVC e più tessuto è stato il primo passo di qualche anno fa verso un mondo meno dipendente dal cloruro di polivinile. Oggi si sente la necessità di fare un passo ulteriore.
Tessuti di fibre naturali, fibre sintetiche provenienti da un processo di riciclo, fibre biodegradabili abbinate a processi di stampa sempre meno inquinanti.
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